2015±1 - Mignoli neri
Su una delle gengive superiori mi spunta un piccolo mignolo nero bluastro. Sono spaventato e tento di staccarmelo. Appena lo tocco salta via con un pop, ma subito dopo ne crescono altre due che si muovono come piccole larve. Continuo a staccarmele e finisco col riempirmi tutta la bocca e una parte di faccia con quelle dita nere. Sono inorridito.
2021.04.03 - Biomassa ricercata
Sono in Quella Metropolitana. Dove solitamente si troverebbero le panchine vi sono degli apparecchi simili alle casse dei supermercati. Gli ampi rulli scorrevoli slittano veloci come tapis roulant. Due dipendenti pubblici in gilet ad alta visibilità allungano le braccia al termine dei rulli mentre essi sono ancora in movimento, forse per riparare qualcosa. Vengono lentamente risucchiati all'interno, perendo nel processo. Quando un terzo prova a ripetere i gesti dei suoi colleghi lo strattono via e gli salvo la vita. In quello stesso istante arrivano una manciata di poliziotti che, vedendomi con le mani addosso all'uomo e altri due uomini morti nei macchinari, presuppongono che io sia un assassino. Corro via.
Passeggio da solo in un campeggio innevato mentre alcuni amici, tutti vestiti come se fosse estate, sono impegnati a montare una tenda. Noto che le mie mani stanno diventando blu per il freddo. Chiedo aiuto agli amici, che mi versano acqua calda sulle mani, senza successo, e se ne vanno via imperturbati a cucinare qualcosa in un tegamino poggiato sulla tenda non ancora innalzata, che sta cominciando a coprirsi di neve. Vado verso una tenda gialla appena fuori dalla quale dorme sdraiata sul prato innevato una tizia assieme al proprio cane.
Sono ai tornelli della metro con una ragazza di cui non ricordo l'identità. Arriva un poliziotto che mi tasera, probabilmente riconoscendo in me l'assassino. La ragazza afferra il taser dalle mani del policía e glielo rivolge contro, neutralizzandolo. Tutt’a un tratto tutto cala nell’oscurità, e rimane un’unica e potente fonte di luce sospesa sopra di noi. Arriva un furgone (nella stazione?!) bianco pieno di uomini, forse sono altri caramba in borghese, tutti fisicamente indistinguibili gli uni dagli altri. Li guida un uomo che mi guarda minaccioso. Pensando che siano altri pigs venuti a prendermi mi faccio passare il taser dalla ragazza e lo uso contro quell’uomo, che però si rivela invulnerabile. Quello risponde tirandomi un pugno, che schivo con un backflip (ti piacerebbe!) durante il quale il tempo sembra rallentare. La ragazza comincia a correre verso di me, ma l’uomo tende un braccio verso di lei e le sue dita cominciano ad affusolarsi e ad allungarsi, fluttuando nell’aria come fossero i tentacoli di una medusa. Appena questi arti alieni fanno contatto con la pelle della ragazza, lei comincia a sciogliersi e a trasformarsi in una massa di carne informe dalla quale cominciano a crescere altri arti e corpi identici al suo. Io tento di scappare, ma lo stesso accade a me pochi momenti dopo. Io e la ragazza, fusi in questa enorme massa strisciante di arti, bulbi oculari, teste e corpi tentiamo di fuggire lentamente dalla banda di uomini, che cominciano a spararci addosso. Ogni nuovo corpo generato dalla parte esposta agli spari si stacca dalla massa e cade a terra in una pozza di sangue sgorgante dai fori che cospargono la nostra “schiena”. Riusciamo lentamente ad uscire dalla metropolitana, ma abbiamo perso così tanti corpi per sfuggire agli spari che ormai siamo ridotti piccolo ammasso di cellule, che esposto all’aria avvizzisce lentamente. Ci passo vicino (che senso ha? prima ero nella massa informe e ora sono un tipo che passeggia lì vicino, va be ok), lo raccolgo e lo metto in un sacchetto di plastica. Avvicinando lo sguardo noto i nostri due piccoli corpi che appassiscono e muoiono tra le mie mani.
2021.05.08 - Gas soporifero
In un magazzino abbandonato un ammasso deforme di cellule gialle striscia tra i detriti. Il pavimento è disseminato di piccole creature informi giallastre che, una volta raggiunte dalla massa, vengono schiacciati da una sua sorta di tentacolo e inglobate, contribuendo ad aumentare le sue dimensioni. Quando l'ultima creaturina viene assorbita, attorno alla massa cominciano a saettare dei fulmini, come se essa fosse carica di elettricità. Dopodiché, l'ammasso informe saetta fuori dal magazzino ad una velocità elevatissima, probabilmente all'inseguimento di qualcosa.
Sono in una stanza piena di gingilli orientali assieme ad altre due ragazze di cui non mi ricordo l’identità. Ho l’impressione di essere un bambino, o quantomeno di essere molto piccolo o basso. Oltre la soglia vi è un lungo corridoio scarsamente illuminato, dalle pareti nere di muffa. In fondo a questo corridoio si aprono le porte scorrevoli di un ascensore, anch’esse nere. All’interno, illuminati in maniera drammatica da una forte lampadina bianco-verdognola appesa al soffitto, vi sono Rich e un altro ragazzo. Indossano giacche nere di pelle, tengono in mano delle sigarette che rilasciano sottili e distinte scie di fumo, e ridono come dei matti. Tirano pugni contro le pareti dell’ascensore, scalciano e saltano uno sulle spalle dell’altro. Davanti all’ascensore compare un uomo piccolo quanto un bambino, dalla testa enorme e truccato come una geisha, che comincia a correre verso di noi. Entra nella stanza, afferra una delle due ragazze e le tocca il volto. Lei inorridisce mentre la sua faccia si trasforma in una copia sorridente in ceramica bianca. Il suo labbro inferiore sembra essere staccato dal resto del volto, come quello delle marionette. Nel mentre compaiono davanti alle fronti mia e dell’altra ragazza delle sfere fluttuanti verde cappero, che scoppiano quando l’uomo afferra il labbro ceramico della sventurata e lo stacca con un gesto deciso. Da esse fuoriesce del gas che identifico subito, non so perché, come soporifero. Cerco di non respirarlo e di correre in un’altra stanza, ma la sfera emanante il gas mi segue come se fosse ancorata alla mia fronte. Mentre mi assopisco suona la sveglia nella vita reale.
(Di solito quando suona la sveglia apro immediatamente gli occhi, il risveglio è qualcosa di istantaneo. Questa specifica volta, però, rimasi in una specie di coma per circa 10 secondi, incapace di aprire gli occhi nonostante sentissi la sveglia e fossi ben riposato, forse perché il mio cervello era confuso dato che nel sogno mi sarei dovuto addormentare, mentre nella realtà sono stato svegliato bruscamente)
2024.11.29 - Another dream
And so on...